Ascoli Piceno - Sgominata famiglia dello spaccio: due arresti e cinque denunce

ASCOLI PICENO – È scattato all’alba  il blitz dei carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Ascoli Piceno, con il supporto della Compagnia capoluogo. Un blitz che ha portato all’arresto di due persone ritenute coinvolte in un’attività di spaccio di cocaina e marijuana.
L’operazione, disposta dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Ascoli su richiesta della Procura, si inserisce in un’inchiesta durata quasi un anno.

Le indagini, avviate nel 2024 e concluse nei primi mesi del 2025, hanno consentito di ricostruire una fitta rete di spaccio attiva tra le vie del centro storico di Ascoli Piceno e nei pressi dei locali della movida ascolana, soprattutto nei fine settimana. Secondo gli inquirenti, i due arrestati operavano insieme ad altri cinque membri della stessa famiglia, denunciati a piede libero con l’accusa di detenzione e spaccio continuato di stupefacenti.

Gli investigatori sono giunti ai sospetti dopo aver notato un insolito via vai di persone già note alle forze dell’ordine in alcune zone della città. Le successive attività di osservazione e intercettazione hanno confermato che gli indagati gestivano una rete ben organizzata di clienti, con consegne rapide e appuntamenti fissati in stradine poco frequentate.
Le modalità operative rendevano complesso il lavoro di monitoraggio, ma i carabinieri sono riusciti a documentare numerosi episodi di cessione di droga e a sequestrare dosi pronte per lo spaccio.

Le indagini hanno inoltre svelato un dettaglio curioso: uno dei consumatori più assidui pagava la droga tramite ricariche elettroniche o bonifici bancari, simulando il pagamento di fatture per operazioni inesistenti. Un metodo che, se da un lato facilitava i tracciamenti, dall’altro testimoniava il livello di fiducia e continuità tra spacciatori e clienti.

Complessivamente, l’attività investigativa ha permesso di stimare un giro d’affari di decine di migliaia di euro. Nei prossimi giorni gli indagati compariranno davanti al giudice per l’interrogatorio di garanzia.