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ANCONA – Sfila per le vie del centro di Ancona i sit-in del sindacato Spi Cgil Marche che denuncia "troppi tagli alle pensioni che già nelle Marche, sono basse".
Nelle Marche "gli importi delle pensioni di vecchiaia sono inferiori a quelli nazionali : -224 euro medi mensili" ed è presente una "differenza tra uomini e donne: i primi percepiscono 1.530 euro lordi , le donne 902 euro e cioè 628 euro in meno ogni mese rispetto agli uomini”.
"C’è la necessità di avere una piena rivalutazione delle pensioni, oltre ad una sanità pubblica e un fisco efficienti", afferma il sindacato dei pensionati della Cgil che pone queste ragioni "alla base della manifestazione regionale promossa per domani, martedì 29 ottobre, ad Ancona.
Il corteo è partito alle ore 9.30 in piazza Cavour, fino a giungere a piazza del Plebiscito dove si terrà il comizio".
"Nelle Marche, - ricorda Spi Cgil - sono 536.919 le prestazioni pensionistiche e assistenziali erogate dall’Inps nel 2024, di queste 301mila sono di vecchiaia, pari al 56,2% del totale, 24mila di invalidità, pari al 4,6% del totale, 110mila ai superstiti, 20,5%, 14mila pensioni/assegni sociali, 2,7% e 86mila prestazioni a invalidi civili, 16%. L’importo medio mensile è di 956 euro lordi con valori medi che variano da 1244 euro delle pensioni di vecchiaia ai 489 euro delle pensioni degli invalidi civili. Nella regione, gli importi delle pensioni di vecchiaia sono inferiori a quelli nazionali : -224 euro medi mensili".
"Nelle Marche, - prosegue il sindacato - 303mila prestazioni pensionistiche, pari al 56,5% del totale, sono inferiori a 750 euro al mese e quindi circa 6 pensioni su 10 segnano un importo inferiore alla soglia di povertà. "Questi dati ci confermano l’urgenza di salvaguardare il potere d’acquisto delle pensioni anche con il rafforzamento e l’allargamento della 14/a - rimarca Elio Cerri, segretario generale Spi Cgil Marche - . I tagli sulle rivalutazioni operati dal Governo in questi anni, e l’inflazione al 15% hanno avuto un impatto pesante su pensioni già basse".
Le Marche sono inoltre sono tra le regioni con un livello di invecchiamento più elevato: "il 24% della popolazione ha più di 65 anni, il 13% degli over 65 ha una forma grave di limitazione dell’autosufficienza"; "gli anziani non autosufficienti sono 51mila di cui 35mila con demenza, circa 8mila i non autosufficienti ricoverati nelle strutture, oltre 2.500 le persone in attesa di un posto, il restante, circa 27mila sono, vive nel proprio domicilio. La spesa sociale regionale dei comuni per gli anziani è pari a 54 euro a fronte dei 90 della media nazionale".
Per Cerri, "anche in questo caso i dati sono chiari: serve un forte investimento nelle strutture residenziali e semiresidenziali sociosanitarie per gli anziani ma anche per i malati mentali, e per l’Alzheimer, con rette accessibili a tutti. Ma serve anche incrementare le cure domiciliari integrate con i servizi di assistenza dei comuni. Bisogna dare attuazione e finanziare la legge sulla non autosufficienza, oltre ad una legge sull’invecchiamento attivo che non è stata piu’ rifinanziata".