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Giallo sulla morte di Massimiliano Galletti avvenuta lunedì 28 ottobre a Kiev. La notizia è arrivata solo nelle ultime ore al Municipio di San Benedetto del Tronto dove il 59enne era impiegato come messo comunale. Lavoro dal quale si era preso un periodo di aspettativa proprio per andare nella capitale ucraina: non è chiaro se fosse impegnato in qualche missione umanitaria o se si fosse unito ai gruppi di legionari a difesa dell’Ucraina, dei quali aveva postato delle foto su Facebook.
Ad aprire la Pec dell’Ambasciata italiana in Ucraina, sono stati i suoi stessi colleghi dell’ufficio Anagrafe, restando profondamente colpiti dalla tragedia. Da alcuni giorni, non si avevano più sue notizie di Galletti, e i familiari, preoccupati per la mancanza di contatti, avevano sporto denuncia di scomparsa. In particolare l’ex moglie e la figlia che aspettavano il suo ritorno a casa.
L’uomo si trovava in Ucraina dallo scorso dicembre: chi lo conosceva sapeva che era impegnato in attività di supporto alla popolazione locale, assieme ai vigili del fuoco di Kiev, probabilmente per la ricerca di dispersi assieme ai cani che addestrava.
Di certo c’è che era la seconda che andava al fronte nord, al confine con la Polonia, in aiuto ai profughi dispersi tra i boschi. In passato Galletti, come addestratore cinofilo era stato spesso in prima linea nei servizi di Protezione Civile, anche in supporto dell’associazione Carabinieri Abruzzo, del Club alpino italiano e dei volontari dei vigili del Fuoco. Ma questa era stata un'esperienza molto più forre come aveva raccontato quando era tornato in Italia lo scorso anno.
Le esatte ragioni della sua presenza nel Paese in guerra con la Russia, non sono state ancora ufficialmente confermate, così come le cause del decesso, ma il Comune di San Benedetto sta collaborando proprio per ottenere maggiori dettagli sulle dinamiche che hanno portato alla tragica scomparsa.
La notizia ha lasciato sgomenta la comunità, dove Massimiliano era stato alla ribalta delle cronache anche per un tragico evento personale avvenuto a febbraio 2023 e che lo aveva profondamente scosso: il suo cane rimase folgorato su un tombino elettrificato in via Giovanni XXIII.
Una notizia che ebbe anche un’eco nazionale dato che Byron, questo il nome dello sfortunato labrador, era un eroe del sisma, grazie ai suoi ripetuti salvataggi dopo i terremoti di Marche e in Umbria. Proprio Byron lo aveva accompagnato in quel primo viaggio in Ucraina ed è lì che due giorni fa ha perso la vita anche il suo padrone.