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ANCONA – Il consigliere regionale del Partito Democratico Antonio Mastrovincenzo torna a puntare i riflettori sui ritardi legati alla costruzione del nuovo Ospedale Salesi. Con una nuova interrogazione, firmata dall’intero gruppo consiliare del Pd, il consigliere chiede alla Giunta di chiarire una volta per tutte il cronoprogramma reale dell’opera e di intervenire immediatamente sulla vecchia sede materno-infantile, sempre più segnata dal degrado.

Mastrovincenzo ricorda di aver denunciato più volte, attraverso atti ispettivi, lo stato critico della struttura di via Corridoni: “Negli anni – afferma – abbiamo segnalato carenze strutturali, guasti frequenti e condizioni igieniche non adeguate. L’assistenza viene garantita solo grazie all’altissima professionalità di medici e operatori, ma non è accettabile che le famiglie debbano affrontare simili disagi”.

La situazione, secondo il consigliere dem, avrebbe ormai conseguenze tangibili: sempre più genitori, spinti dalle condizioni dell’attuale ospedale, decidono di rivolgersi fuori regione per cure pediatriche e materne. Un fenomeno che, sottolinea, testimonia “la gravità dei ritardi accumulati e la necessità di un intervento urgente”.

Sul fronte del nuovo ospedale, previsto nell’area di Torrette, Mastrovincenzo ricostruisce una serie di slittamenti: il termine dei lavori, inizialmente fissato al 2024, è stato prima spostato al 2026 e ora si parla del 2027. Una data, sostiene, “difficile da considerare attendibile”. Preoccupa anche l’impatto economico: più il tempo si allunga, più i costi tendono a lievitare.

Il consigliere richiama inoltre l’intervento della Corte dei Conti che, nel giudizio di parificazione dello scorso 30 ottobre, ha ribadito la necessità di rispettare i cronoprogrammi degli investimenti pubblici per evitare ulteriori aumenti di spesa e garantire servizi adeguati alla collettività.

Con la sua interrogazione, Mastrovincenzo chiede dunque alla Regione un impegno concreto: una data certa per il completamento del nuovo Salesi e interventi immediati per rendere più sicura e dignitosa la vecchia struttura. Perché a pagare i ritardi, conclude, “sono i più fragili: i bambini e le loro famiglie”.

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