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ANCONA - Dal 2020 al 2023, sono oltre 189 i dipendenti che hanno lasciato il Comune di Ancona. Solo nel 2023, sono stati 62 su un totale di 733 occupati, pari all’8,46%. Una vera e propria emorragia se confrontata con il dato complessivo degli enti locali in tutta Italia, che ha visto solo l’1,89% dei dipendenti lasciare il posto di lavoro, e lo 0,66% nelle amministrazioni dello Stato.
E’ questo il quadro che emerge dai dati del dossier realizzato dalla Fp Cgil di Ancona sulla fuga dei dipendenti dell’ente dal 2020 al 2023., presentato ad Ancona, presso sala del Consiglio comunale.
“Tra le cause principali – dichiara Giorgio Paterna, segretario generale Fp Cgil Ancona – c’è senza dubbio quella relativa alle retribuzioni che, se confrontate con quelle delle amministrazioni dello Stato, sono in media inferiori di circa 9mila euro lordi annui, e , in rapporto alla media degli enti locali, è inferiore di circa 1500 euro l’anno”. Rispetto ai dipendenti della Regione, quelli del Comune di Ancona hanno percepito, nel 2023, uno stipendio medio annuo inferiore di 4mia euro lordi circa: in Regione, infatti, la retribuzione media del 2023 è di 34.312 euro annui lordi a fronte dei 30.000 euro nel Comune di Ancona.
Questo trend negativo, spiega Paterna, “da un lato è comune agli enti capoluogo di regione come Ancona dove incide la presenza delle amministrazioni centrali come i Ministeri e le agenzie fiscali, economicamente più attrattive, dall’altro è particolare di Ancona dove registriamo una forte e non sempre appropriata pressione della politica su una macchina comunale non adeguatamente potenziata”.
Diretta Samb