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E’ il momento del dolore nella provincia di Pesaro-Urbino. Tra oggi e domani si tengono i funerali di tre delle quattro vittime del tragico frontale avvenuto lo scorso 27 dicembre nella galleria Ca’Gulino, tra Urbino e Fermignano, che ha coinvolto l’ambulanza della Potes di Fossombrone e il pullman da turismo proveniente dal Piceno, con circa 40 ragazzini e alcuni accompagnatori.
Questa mattina nella chiesa parrocchiale di Sant’Antonio a Fossombrone si celebrato il rito funebre dell’85enne Alberto Serfilippi, il paziente trasportato nell’ambulanza. La salma del dottor Sokol Hoxha, di 41 anni, il 1° gennaio è stata rimpatriata in Albania, suo paese d’origine. Questo pomeriggio, alle 14.45 dall’ospedale di Fossombrone partirà il feretro dell’altra vittima: Cinzia Mariotti, infermiera di 49 anni, diretto alla chiesa parrocchiale di Ca’ Rio nel Comune di Cagli. A perdere la vita nell’incidente che ha provocato anche un devastante rogo e che ha comportato l’esplosione delle bombole ad ossigeno dell’ambulanza è morto anche l’autista soccorritore Stefano Sabbatini di 59 anni il cui funerale si svolgerà domani a Fossombrone nella chiesa di Santa Maria Ausiliatrice alle 14.45. Nella sede della Croce Rossa di Fossombrone il giorno di San Silvestro è stata allestita la camera ardente dei tre operatori sanitari. Hanno reso omaggio alle vittime tanti colleghi, rappresentanti istituzionali e della sanità. Il personale del 118 nel frattempo ha pensato di promuovere una raccolta fondi in memoria dei colleghi scomparsi. Secondo gli esiti dell’autopsia, i tre sanitari e il paziente trasportato sono morti tutti prima dell’incendio divampato dopo lo schianto dell’ambulanza contro il pullman. Gli esami non hanno rilevato tracce di fumo nei polmoni. Quando è divampato il rogo, poco dopo l’impatto, erano già privi di vita. La Procura urbinate ha aperto un’inchiesta per omicidio stradale plurimo. Il fascicolo è a carico di una delle vittime, l’autista soccorritore, dato che la ricostruzione dell’incidente da parte della polizia stradale ha confermato che il mezzo di soccorso ha invaso la corsia. Una formalità, quella del reato ipotizzato a carico di una persona deceduta, che serve però a fare andare avanti le indagini e a chiarire gli aspetti ancora senza risposta.

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