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ROMA – Un’azione congiunta forte e convincente per spingere l’azienda a fare marcia indietro su un piano industriale considerato devastante per il distretto industriale fabrianese.
E’ la sintesi del summit sulla vertenza Beko svoltosi presso il ministero delle Imprese e del Made in Italy a Roma.
Un confronto durissimo, al termine del quale il ministro Urso, ha previsto a gennaio un altro incontro tra le parti.
Se a quella scadenza il piano dell’azienda risulterà ancora inaccettabile sul piano industriale e non corrisponde pienamente alle prescrizioni, il governo attiverà i poteri sanzionatori previsti per inadempienza dalla normativa sulla golden power.
Beko Europe "ha confermando integralmente il piano di trasformazione delle attività italiane presentato al governo e alle parti sociali lo scorso 20 novembre", risultato "di una revisione complessiva delle attività europee dell’azienda, in conformità con il quadro legale e normativo".
E’ quanto afferma l’azienda in una nota, diffusa al termine dell’incontro che si è svolto al ministero delle Imprese e del Made in Italy.
"L’obiettivo primario di Beko Europe - si legge - è mantenere una presenza manifatturiera ed operativa stabile e di lungo periodo nel continente e, in particolare, in Italia".?
Nel corso dell’incontro, l’azienda spiega di aver ribadito "la centralità dell’Italia nella propria strategia globale come centro di eccellenza per il cooking, includendo le attività di ricerca e sviluppo (R&D) e di design industriale, con un investimento previsto di 110 milioni di euro per la produzione di piani cottura, forni e microonde da incasso".
Inoltre "ha confermato la disponibilità a proseguire il dialogo con le istituzioni e le parti sociali per definire le modalità e le tempistiche di attuazione, nell’ottica di individuare soluzioni condivise che tutelino il più possibile le persone coinvolte".
"Nell’ottica della più ampia collaborazione, per l’individuazione di una soluzione che possa garantire un futuro alle attività interessate - si legge ancora nella nota -, Beko Europe si impegna a mantenere le produzioni attive e a continuare ad assorbire le significative perdite generate dai siti fino alla fine del 2025, e a continuare la discussione a livello nazionale e locale al fine di agevolare l’individuazione della miglior soluzione possibile".
Il ministro ha ribadito che Beko Europe deve presentare un piano industriale assertivo, che preveda investimenti significativi in Italia.
Anche per la Fiom il piano è inaccettabile e va come tale respinto. I sindacati si dichiarano pronti ad una discussione solo se il presupposto di partenza è il rilancio e la salvaguardia dei siti, garantendo un futuro occupazionale ai territori interessati.


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