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ACQUALAGNA - Sono trascorsi quasi due mesi dalla scomparsa di Riccardo Branchini. Il 13 ottobre scorso l’auto del giovane è stata ritrovata nei pressi della centrale idroelettrica della diga del Furlo con all’interno vestiti ed effetti personali. Giovedì verranno effettuate nuove ricerche nella area della diga, con altre strumentazioni tecniche. Lo ha comunicato il prefetto Emanuele Saveria Greco. La decisione di riprendere ulteriori approfondimenti è stata presa d’intesa con la Procura di Urbino. Il prefetto ha anche voluto rispondere alla famiglia di Riccardo, in particolar modo alla lettera della Zia Laura, nella quale veniva espressa delusione per la precedente decisione di Palazzo Ducale di non svuotare la diga, dopo la richiesta formale arrivata dall’avvocato Elena Fabbri. Emanuela Saveria Greco ha puntualizzato di aver attivato il piano provinciale di ricerche sin dalla scomparsa di Riccardo. Verifiche andate avanti per 10 giorni. La richiesta di svuotamento dell’invaso, arrivata per verificare l’eventuale presenza del corpo del ragazzo nelle grotte sottostanti alla diga, non è stata concessa, per motivi tecnici che riguardano anche la sicurezza degli operatori. Il prefetto, infine, si augura che "si possa continuare a lavorare insieme, istituzioni e non, nell’interesse di Riccardo e nella speranza di trovarlo quanto prima". Nel frattempo la mamma di Riccardo, Federica Pambianchi, non si ferma. Ha avviato una petizione sui social che ha già raccolto circa 3000 firme, per sensibilizzare la prefettura e gli organi competenti affinchè diano il benestare alle ricerche del figlio presso la diga del Furlo, tramite gli strumenti meccanici che non mettono a rischio la vita delle persone. Inoltre, Pambianchi ha anche lanciato un avviso per individuare figure esperte di scalate e arrampicate, con funi e picchetti, per cercare il figlio, da una diversa angolazione, in particolar modo nella Falesia della zona del Furlo.