Condividi:
Un Tso, un ricovero e un programma psichiatrico con terapia farmacologica. Questo il quadro clinico che a grandi linee, emerge su Massimo Malavolta, il 48enne sambenedettese che il 19 dicembre scorso ha ucciso di botte a moglie 45enne Emanuela Massicci lasciandola morire agonizzante sul letto della loro camera matrimoniale mentre i figli dormivano in cameretta. La procura di Ascoli Piceno che indaga sul femminicidio di Ripaberarda scava nel passato di Malavolta per cristallizzare ogni aspetto delle sue effettive condizioni di salute dal punto di vista mentale. L’uomo in stato di arresto piantonato in ospedale, dal reparto di terapia intensiva del Mazzoni dove era stato ricoverato dopo aver tentato il suicidio, il 24 dicembre scorso, giorno dei funerali di Emanuela, è stato trasferito in psichiatria all’ospedale Madonna del Soccorso di San Benedetto del Tronto. Qui ieri ha incontrato nuovamente il suo difensore d’ufficio Saveria Tarquini a cui il 48enne nulla avrebbe riferito di quella notte. Ma gli investigatori si stanno concentrando sul profilo del marito killer perché il 48enne era già stato sottoposto ad un programma psichiatrico a cura farmacologica per antecedenti comportamenti aggressivi. In particolare Malavolta era stato ricoverato all’ospedale di San Benedetto nel 2023, con un trattamento sanitario obbligatorio, dopo essersi scagliato con violenza nei confronti dei colleghi nell’azienda dove lavorava nella zona industriale di Ascoli. In seguito aveva accettato un ricovero durato circa una settimana con terapia farmacologica per problemi psichiatrici. Terapia che è stata poi rivista nel mese di ottobre quando l’uomo è stato preso in carico dal centro salute mentale di Ascoli Piceno. Malavolta veniva spesso accompagnato dalla moglie che in tutti questi anni non ha mai sporto denuncia per fatti aggressivi. Tuttavia in paese in molto hanno sottolineato la sua aggressività. Il 48enne aveva subito una condanna per stalking nei confronti di una collega peraltro disabile. A fronte di un profilo così difficile, oggi ci si domanda se questa tragedia si potesse in qualche modo evitare. Non è escluso che il 48enne possa essere sottoposto a perizia psichiatrica richiesta dal suo legale o che la procura possa nominare un consulente tecnico d’ufficio per valutare lo stato di salute mentale di Massimo Malavolta. E’ stato un Natale di dolore a Ripaberarda, un paese ancora sotto choc, dove riecheggiano le parole del Vescovo Monsignor Palmieri che ha invitato tutti a dire no alla violenza nel nome di Emanuela