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Nelle Marche, secondo l’Atlante dell’infanzia a rischio in Italia di Save the Children, il 14,3% dei ragazzi tra gli 11 e i 13 anni è stato vittima di cyberbullismo.
Un dato allarmante, che si aggiunge al preoccupante quadro emerso dall’indagine annuale condotta dall’Associazione Nazionale Di.Te (Dipendenze tecnologiche, gap e cyberbullismo), guidata dalla psicologo e psicoterapeuta Giuseppe Lavenia.
Una ricerca che svela un panorama inquietante: lo smartphone è diventato un componente sempre più invasivo nella relazione tra genitori e figli. I numeri parlano chiaro: il 17% dei bambini di 3 o 4 anni possiede già un telefonino, il 78% utilizza il tablet e il 10% il laptop. Inoltre, il 50% ha accesso a siti o app di messaggistica e il 21% ai social, con l’apertura di un profilo.
Per affrontare il problema legato alla tecno-dipendenza è essenziale sensibilizzare il maggior numero possibile di persone, promuovendo un uso consapevole ed equilibrato dei dispositivi digitali.
È proprio questo l’obiettivo perseguito dall’Ordine degli Psicologi delle Marche che negli scorsi giorni, tramite la presidente Katia Marilungo, ha siglato un protocollo con i vertici della associazioni DI.TE e R.E.D. Aps (Rete Educazione Digitale), Giuseppe Lavenia e Andrea Di Foglia.
“Il lato scuro delle piattaforme di interconnessione non risparmia nessuno — è il commento della presidente Marilungo — La nostra vita è interamente online e si corrono troppi rischi perché le restrizioni non sono ancora del tutto efficaci. Al riguardo, in passato, abbiamo promosso la legge sulla psicologia scolastica istituita nel 2021. Da allora la Regione si impegna a finanziare un servizio che lo scorso anno ha interessato 30 istituti scolastici del territorio”.
La convenzione appena siglata “è il coronamento di sforzi concreti fatti nel corso degli ultimi anni delle tante attività svolte in tutte le Marche — conclude — come l’ultima di dicembre alla Mole Vanvitelliana di Ancona: il dibattito sul cyberbullismo con gli specialisti Roberta Bruzzone e Giuseppe Lavenia”.
Come si struttura la convenzione: la convenzione, della durata di tre anni e senza alcun onere finanziario, è rivolta al benessere di persone, famiglie e lavoratori. Prevede la realizzazione di diverse iniziative finalizzate a promuovere cambiamenti concreti a livello socio-culturale. Si tratta di azioni congiunte che mirano a sviluppare una cultura della prevenzione e della risposta, sia in relazione alla consapevolezza digitale, sia riguardo alla mancanza di protezione e alle emergenze sociali.
L’attività prevede l’organizzazione di convegni, seminari, tavole rotonde, workshop e momenti di studio, con il coinvolgimento di esperti del settore, per approfondire le tematiche connesse alla dipendenza da internet e fornire gli strumenti utili per affrontare gli effetti negativi sulla sfera psicologica, sociale e relazionale.
Un ciclo di incontri sarà inoltre dedicato alla conoscenza dei rischi legati al mondo digitale: fenomeni pericolosi come l’adescamento, il sexting, estorsioni, stalking, diffamazione, furto di identità, phishing, hacking, truffe, spamming, malware, pedopornografia, dipendenze dai giochi online e cyberbullismo, che richiedono strategie di prevenzione e contrasto.
Inoltre, il protocollo si propone di attuare iniziative che favoriscano il benessere individuale e sociale, tutelando allo stesso tempo l’ambiente naturale e urbano, e rivolgendo attenzione a tutte le categorie di cittadini, senza distinzione di genere, età o caratteristiche individuali, sociali e culturali.