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Si aggravano le accuse per i due veterinari della Asl di Pescara coinvolti nell’indagine relativa alle eutanasie di massa di centinaia di cuccioli al canile sanitario del capoluogo adriatico. Il giudice per le udienze preliminari, Francesco Marino, ha modificato i capi d’imputazione per gli imputati. L’abuso d’ufficio è stato riqualificato in concorso di tentata uccisione del lupo cecoslovacco, mentre l’accusa di eutanasia è stata addebitata non solo ad uno, ma ad entrambi i professionisti, come fa notare Michele Pezone, uno degli avvocati delle associazioni che questa mattina si sono costituite parti civili. "Siamo soddisfatti di questo risultato. Il pm ha fatto contestazioni ulteriori e quindi siamo di fronte ad un capo d’imputazione molto più pesante"- commenta Pezone. Gli imputati sono accusati di avere ucciso almeno dieci cuccioli presenti nel canile sanitario usando farmaci per l’eutanasia. Il farmaco di cui si parla è il Tanax, molto usato in questi casi che agisce attraverso una puntura intracardiaca che causa la morte per arresto cardio-circolatorio. La somministrazione però deve sempre essere preceduta dall’anestesia per evitare di causare nell’animale inutili sofferenze. Le uccisioni dei cuccioli però non sarebbero state un caso isolato, almeno secondo la testimonianza rilasciata ai carabinieri da chi lavorava nella struttura. Tutto è partito dalla vicenda di un cane lupo cecoslovacco di nome Lupo. Nel 2022 Lupo era arrivato al canile sanitario dell’Asl pescarese a seguito di alcuni episodi di aggressività, come si legge nella dichiarazione firmata inviata all’Asl, in cui si ripercorre la sua storia e si chiede di valutarne l’eutanasia. Pochi mesi dopo, a marzo 2021, subentrarono anche crisi epilettiche frequenti. Poi l’eutanasia. 

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