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L’AQUILA - Anche in Abruzzo la solenne cerimonia per l'inaugurazione dell'anno giudiziario è stata caratterizzata dalla protesta dei magistrati. Una trentina quelli che si sono alzati in piedi con la Costituzione in mano lasciando i loro posti prima che iniziasse l’intervento del rappresentante del Ministero della Giustizia, Vittorio Corasiniti.

Con il pensionamento del presidente della Corte di Appello, Fabrizia Francabandera, che ha concluso il suo mandato di otto anni, la relazione sull’Amministrazione della giustizia nel distretto dell’Abruzzo è stata quindi presentata dal presidente vicario Aldo Manfredi, che ha analizzato diversi aspetti del sistema giudiziario. Tra i temi trattati, Manfredi ha lodato le recenti modifiche al codice di rito. "A mio avviso, vanno valutate positivamente perché danno maggior garanzia ai soggetti raggiunti da richieste di misura cautelari, troppe volte smentite dall’esito successivo del processo, quando ormai pregiudizi spesso irreparabili si sono determinati a carico delle persone indagate". L’alto magistrato ha affrontato diverse tematiche: dall’influenza dei media sui processi alla situazione carceraria, dal Csm alla violenza minorile. Citando il decreto Caivano, il presidente vicario ha sottolineato come il problema vada affrontato in maniera più adeguata. In Abruzzo in riferimento agli ultimi casi di cronaca ha notevolmente scosso la comunità l’omicidio avvenuto a Pescara l’estate scorsa, di Thomas Luciani il 17enne assassinato con 25 coltellate nel parco Baden Powell.

Il procuratore generale della Corte di Appello dell’Aquila, Alessandro Mancini ha affrontato il "fenomeno dei reati contro il patrimonio che ha incidenza statistica preponderante. I furti, in particolare quelli in abitazione, ingenerano un senso di inquietudine e di allarme sociale e l’attività di contrasto è resa difficoltosa in quanto il territorio è molto ramificato e nella maggior parte dei casi vengono prese di mira abitazioni isolate. Tuttavia, il fenomeno non appare direttamente collegato a dinamiche di criminalità organizzata". Proprio in relazione al rischio di infiltrazioni della malavita organizzata, il magistrato ha rassicurato: "La situazione complessiva pur non presentando fenomeni endemici e diffusi di criminalità, va tuttavia tenuta sotto costante controllo per prevenire possibili infiltrazioni della criminalità organizzata di specie camorristica o della mafia foggiana che già manifesta l’attenzione al nostro territorio con particolare riguardo all’area vastese e al sulmonese" Segnalato tra gli altri preoccupanti fenomeni l’aumento dei reati contro le fasce deboli, come violenza sessuale, maltrattamenti in famiglia e atti persecutori

(Nella foto: la protesta dei magistrati)


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