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Un educatore di 50 anni della Val Vibrata è indagato per lesioni e abuso di strumenti di correzione perché avrebbe alzato le mani su tre bambini di età compresa tra i 10 e i 12 anni.
I minori partecipavano ad un campo scuola organizzato da una parrocchia della Val Vibrata a Roccafluvione, precisamente nella frazione di Meschia. L’uomo è, ora, sotto indagine da parte della Procura di Ascoli Piceno.
Tutto è iniziato quando uno dei ragazzini, tornato dalla colonia, è stato visitato al Pronto Soccorso di San Benedetto del Tronto, presentando segni di possibili percosse. La segnalazione dei sanitari ha portato all’intervento di una pattuglia dei carabinieri del Norm per ulteriori verifiche.
I genitori del dodicenne coinvolto hanno, quindi, presentato una denuncia, dando il via alle indagini coordinate dal sostituto procuratore Saramaria Cuccodrillo. Indagini che si sono concluse a metà dicembre e l’educatore ha avuto 20 giorni per presentare una memoria difensiva.
Ora si attende di capire se sarà rinviato a giudizio o se la sua posizione sarà archiviata. Il viaggio dei 65 ragazzini, partiti il 3 luglio e programmato per concludersi il 7, venne interrotto prima del previsto a causa di casi di Covid.
L’educatore, tuttavia, era stato invitato a lasciare anticipatamente la sistemazione di Meschia a causa delle polemiche sorte. Le accuse contro di lui riguardano l’uso di una cinta contro uno dei ragazzini: gli avrebbe causato lividi e avrebbe fatto sì che si riaprisse una ferita che l’adolescente si era fatto prima del camposcuola. Lo stesso ragazzino ha riferito di essere stato colpito con una borraccia in ferro dietro la nuca. Un altro di essere stato preso per il collo. Uno è stato colpito con uno schiaffo. Ma solo per quest’ultimo episodio ci sono delle testimonianze.
La parrocchia ha ribadito l’intenzione di fare chiarezza sulla questione, sostenendo che inizialmente aveva considerato le voci come una "ripicca" da parte dei ragazzi che non andavano d’accordo con l’educatore. La magistratura sarà chiamata a decidere se rinviare a giudizio l’uomo o archiviare il caso. Nel frattempo, i genitori che hanno sporto denuncia sono assistiti dai legali Mauro Gionni e Vittorio Taffoni.
La presidente della Protezione Infanzia della Regione Abruzzo, Maria Concetta Falivene, ha mostrato interesse per la vicenda e sta supportando la famiglia del ragazzino durante questo difficile percorso giudiziario volto a fare luce sugli eventi accaduti.