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Il rintocco delle campane a lutto risuona tra le rue di Ripatransone che nel pomeriggio ha dato l’ultimo saluto a Paolo Corsi, il 73enne ucciso durante una rapina a Sousse in Tunisia, nella notte fra il 20 e 21 di gennaio.

Una morte violenta, che ha scosso la comunità dove l’ex professore di Greco e Latino era nato e aveva insegnato qualche anno prima di trasferirsi a Roma, da dove alcuni amici hanno inviato una corona di fiori.

Il feretro, non senza ostacoli burocratici, è rientrato in Italia due giorni prima dei funerali che si sono svolti al Duomo, celebrati dal parroco don Nicola, il quale nell’omelia lo ha ricordato come una persona benvoluta da tutti.

Un dolore composto quello del fratello Roberto, ex preside delle scuole medie del paese e di Alessandro, uno dei nipoti della vittima che fin dal primo giorno è stato in contatto con la Farnesina per avere notizie su una tragedia ancora inspiegabile.

Da una prima sommaria ricostruzione Paolo Corsi si trovava nella sua casa vacanze a Sousse, nella quale trascorreva parte dell’anno: un malvivente sarebbe entrato nell’abitazione per derubarlo e lo avrebbe strangolato durante la colluttazione, portando via portafogli, cellulare e fuggendo a bordo della sua auto. Il presunto responsabile è stato arrestato pochi giorni dopo dalle forze dell’ordine proprio nel momento in cui stava cercando di rivendere la macchina.

A trovare il corpo privo di vita era stata una vicina di casa che da due giorni non riusciva a mettersi in contatto con l’amico. Dopo vari tentativi telefonici ha fatto scattare l’allarme alle forze dell’ordine e da lì la terribile notizia arrivata in Italia.

Nei prossimi giorni i familiari della vittima andranno a Sousse per svolgere alcune pratiche burocratiche e per cercare di fare chiarezza sulla morte di Paolo.

Al termine della cerimonia funebre il feretro è stato trasferito nel cimitero di San Benedetto, dove resterà fino al 30 marzo, quando avverrà la cremazione. 

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