Condividi:
Colpito con un pugno sul naso da un compagno di classe, la scuola viene condannata, a sette anni dal fatto, a risarcire il danno: il tribunale dell’Aquila ha riconosciuto la responsabilità delle insegnanti di una scuola primaria nell’infortunio del minore, che all’epoca frequentava l’istituto. La sentenza della causa civile di primo grado è stata emessa nel settembre 2024, recentemente è poi passata in giudicato poiché né il ministero dell’Istruzione, chiamato a rispondere per la scuola, né la compagnia assicurativa, hanno fatto ricorso. Il risarcimento alla famiglia del ragazzo, che oggi ha 15 anni, tra danno e spese di giudizio ammonta a oltre 16mila euro. Il fatto, accaduto a Lanciano, risale al gennaio 2018, quando la vittima aveva otto anni. Era stato lo stesso bambino a raccontare che alla fine dell’ora di educazione motoria due compagni di classe di sette anni si sono avvicinati a lui per canzonarlo, come altre volte, per poi colpirlo sul naso. Portato in pronto soccorso, gli era stata diagnosticata la frattura delle ossa nasali. Dopo aver chiesto invano un provvedimento da parte della scuola, i genitori si erano rivolti ai carabinieri. Così è iniziato un lungo iter giudiziale, fino alla sentenza di cinque mesi fa. Il ministero, rappresentato e difeso dall’avvocatura dello Stato dell’Aquila, e la compagnia assicurativa, hanno chiesto il rigetto della domanda di risarcimento. Il giudice Antonella Camilli l’ha, invece, accordata, sostenendo nelle motivazioni che "anche se non fosse vera la versione dei fatti riferita dall’attore è certo che il bambino ha subito la lesione durante l’orario scolastico e le insegnanti, come da loro stesse ammesso, non si sono accorte di nulla. Vi è quindi un’omissione della doverosa vigilanza sui bambini di così tenera età da parte delle insegnanti, persino a prescindere dall’accertamento dell’effettiva dinamica dei fatti".