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Uccisa da botte davanti alle due figlie piccole di 7 e 9 anni. Per il femminicidio di Ilaria Maiorano si è aperto il processo di appello presso la Corte di Assise di Ancona. Il marito della donna il 43enne marocchino Tarik El Ghaddassi è stato già condannato all’ergastolo in primo grado per omicidio volontario pluriaggravato dalla crudeltà, dai futili motivi, dai maltrattamenti, dalla presenza delle figlie minorenni in casa e dall’aver commesso il fatto durante l’esecuzione di una pena visto che era agli arresti domiciliari.

Secondo la sentenza inflitta l’11 giugno scorso nella notte tra il 10 e l’11 ottobre 2022 El Ghaddassi - in preda a una gelosia malata - percosse a a mani nude, ma anche con una sedia e un bastone la moglie. La mamma 41enne è stata presa a schiaffi e spinte fino a cadere rovinosamente dalle scale, un delitto che si è consumato nella casa di famiglia a Padiglione di Osimo sotto gli occhi delle due bambine minorenni.

Nell’ udienza di appello hanno preso la parola tutte le parti. L’accusa ha chiesto la conferma dell’ergastolo: "I fatti sono di un’evidenza palmare e non possono essere messi in discussione" - ha detto il procuratore generale Roberto Rossi. Anche la parte civile, con gli avvocati Enrico Ciafardini, Giulia Marinelli e Arianna Benni, per i familiari di Ilaria e per le figlie, si sono associati all’istanza di conferma della condanna di ergastolo.

La difesa ha sostenuto invece la tesi dell’omicidio preterintenzionale, cioè un omicidio senza la volontà di uccidere e ha chiesto l’annullamento degli accertamenti sul corpo della vittima ritenendo che la comunicazione alla difesa non sia stata tempestiva e non abbia permesso di partecipare con un consulente di parte. Ma il procuratore ha sottolineato che ci fu un preavviso di due ore, opponendosi inoltre alla richiesta del difensore di risentire le due bambine, già ascoltate in un incidente probatorio durante le indagini.

Nel corso dell’udienza El Ghaddassi ha mostrato segni di nervosismo quando le parti civili hanno definito "orfane" le figlie. L’imputato ha chiesto di uscire dall’aula, poi è rientrato in aula per l’arringa del suo difensore. L’udienza è stata rinviata per eventuali repliche e per la sentenza attesa per il 2 aprile. El Ghaddassi resta in carcere, dove è ristretto dal giorno del delitto.

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