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Un uomo di origine straniera, di 43 anni, è sotto processo ad Ancona per maltrattamenti in famiglia nei confronti della moglie, sua connazionale, di 33 anni. La coppia ha vissuto quattro anni nel capoluogo dorico, dal 2017 al 2021. In quel periodo, stando alle accuse, il 43enne avrebbe avuto comportamenti violenti sulla donna: offese, privazioni, costrizioni alla moglie che avrebbe convinto anche ad abortire e sosteneva che lei lo avesse tradito. In una occasione l’avrebbe anche percossa, presa a schiaffi e stretta al collo.
Il caso era emerso a fine 2021, quando il nucleo familiare, venne sfrattato dalla casa dove abitavano. Il 43enne aveva perso il lavoro e non pagava più l’affitto. Per la moglie, con i figli, si erano attivati i servizi sociali che le avevano trovato una casa attraverso un parroco. Il marito era ospite di amici. Lontana dal coniuge la donna si era confidata con le assistenti sociali che hanno informato la polizia. Poi ha chiesto la separazione dal marito.
E’ scattata un’indagine, coordinata dalla Procura, e il 43enne è finito a processo davanti al collegio penale. E’ difeso dall’avvocato Eugenio Tummarello e respinge tutte le accuse. La moglie, che ora vive in una località segreta, in forma protetta, si è costituita parte civile con l’avvocato Annalisa Chiodoni. Oggi ha testimoniato in tribunale, ripercorrendo gli anni in cui avrebbe subito i soprusi del coniuge. "Ho raggiunto mio marito in Italia nel 2017 - ha detto la vittima - dopo un mese ero incinta, lui credeva che il figlio non era suo e mi ha indotta ad abortire". Lei era pronta a fare anche il test del dna ma il coniuge no e per non litigare con lui aveva abortito.