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Sequestrate oltre 58 tonnellate di rifiuti speciali destinati ad essere importati illecitamente al porto di Ancona. L’intervento del Comando provinciale di Ancona della Guardia di Finanza e l’Ufficio delle Dogane, rientra nell’operazione “Metal Gate”, e ha avuto come obiettivo la prevenzione e il contrasto dei traffici illeciti di rifiuti, un fenomeno che interessa da vicino il principale scalo commerciale dorico.
Il piano investigativo ha preso avvio grazie ad un’accurata attività di analisi dei rischi, che ha permesso di individuare irregolarità nei documenti di importazione di due società italiane, con sede in Lombardia, che tentavano di far entrare illegalmente rifiuti provenienti dall’Albania. Durante un controllo su merce "sensibile", i verificatori delle autorità doganali e ambientali hanno riscontrato discordanze nei documenti dichiarativi e hanno deciso di intensificare le ispezioni.
Le analisi successive, effettuate con il supporto di esperti dell’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale, hanno rivelato la vera natura della merce: i presunti "rifiuti di schiumature di alluminio" contenevano infatti alti livelli di sostanze tossiche come zinco, piombo e rame, dannose per l’ambiente e potenzialmente letali per gli ecosistemi acquatici.
Le indagini hanno portato al sequestro del materiale e alla denuncia dei legali rappresentanti delle due società coinvolte. Gli stessi sono accusati di “traffico illecito di rifiuti”, “falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico” e “intralcio all’attività di controllo”.
L’operazione rientra in una serie di azioni mirate a contrastare il traffico di rifiuti in tutta la regione, dopo il sequestro di circa 16 tonnellate di rifiuti urbani, sempre in relazione a comportamenti fraudolenti nel settore. Questo intervento testimonia il continuo impegno della Guardia di Finanza e dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli nel monitorare i flussi merceologici che transitano nei porti italiani, per garantire la legalità, la sicurezza pubblica e la salvaguardia dell’ambiente.
Le indagini sono ancora in corso, ma si sottolinea che, in base al principio di presunzione di innocenza, la colpevolezza degli indagati sarà definita solo al termine di un eventuale processo.