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CAMERANO - Trattative interrotte e primo pacchetto di 24 ore di sciopero, articolato in 8 ore a livello nazionale e 16 ore a livello territoriale. Stato di agitazione e sciopero per le lavoratrici e i lavoratori Ikea: è quanto stabilito da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, che hanno deciso di interrompere le trattative per il rinnovo del contratto integrativo aziendale con Ikea, la multinazionale svedese del mobile che, grazie alla professionalità delle sue lavoratrici e dei suoi lavoratori, ha visto raddoppiare il suo fatturato nell’ultimo periodo.
Nelle Marche le prime 8 ore di sciopero territoriale si svolgeranno, domani sabato 22 febbraio, per tutta la giornata, con un presidio davanti al negozio Ikea di Camerano dalle 09:30 alle 12:30.
Secondo i sindacati, “Nonostante Ikea si presenti come un gruppo democratico e inclusivo, non rispetta i suoi stessi principi nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori. Dopo oltre un anno e mezzo di incontri serrati, infatti, l’azienda ha completamente ignorato le richieste sindacali, voltando le spalle ai propri dipendenti.
Queste alcune delle richieste inaccettabili dell’azienda: mancato riconoscimento delle maggiorazioni ai nuovi assunti, un sistema derogatorio e peggiorativo delle professionalità, cancellazione della "malattia statistica", obbligatorietà del lavoro festivo”.
«In un’impresa che vede le relazioni territoriali ridotte al minimo - spiegano i sindacati - con un gran numero di lavoratori assunti part-time senza possibilità di integrazione oraria, si assiste oggi all’introduzione di nuovi modelli di business con l’apertura di nuovi punti vendita di prossimità nei quali è impedita l’agibilità alle rappresentanze delle lavoratrici e dei lavoratori con una limitazione di diritti degli stessi.»
I sindacati di categoria hanno quindi proclamato l’apertura dello stato di agitazione e l’indizione di un primo pacchetto di 24 ore di sciopero, articolato in 8 ore a livello nazionale e 16 ore a livello territoriale. «È chiaro che - concludono le organizzazioni sindacali - se l’azienda non tornerà sui suoi passi, si valuteranno tutte le azioni opportune per modificare le scelte aziendali a tutela dei diritti di tutti i dipendenti Ikea, affinché si raggiunga un’intesa dignitosa per gli stessi».