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FABRIANO - Il territorio dell’Ambito Territoriale Sociale 10 compie un passo fondamentale verso l’integrazione socio-sanitaria con l’attivazione del Punto Unico di Accesso (Pua) di Fabriano. Un servizio che nasce per semplificare l’orientamento dei cittadini e fornire risposte concrete ai bisogni di chi si trova in situazioni di fragilità, disabilità, non autosufficienza o emergenza sociale.
Il Pua, situato in Via Brodolini 107 presso la sede Ast, rappresenta un’evoluzione importante per il territorio, caratterizzato da una crescente carenza di servizi a fronte di un’utenza sempre più complessa. L’obiettivo è superare la frammentazione attuale, evitando ai cittadini il rimpallo tra uffici e garantendo un percorso di presa in carico che metta in rete i servizi sociali, sanitari e assistenziali disponibili.
Un servizio a misura di cittadino
Attraverso il Pua, il cittadino può accedere a un sistema integrato che collega i servizi sociali, sanitari e socio-sanitari, evitando lunghe attese e percorsi disorientanti. In particolare, il Punto Unico di Accesso:
? Accoglie e valuta i bisogni individuali attraverso un team multidisciplinare.
? Orienta l’utente verso le prestazioni più appropriate (assistenza domiciliare, servizi per la disabilità, cure intermedie, RSA, misure economiche di sostegno).
? Semplifica l’iter burocratico, riducendo la distanza tra cittadino e istituzioni.
? Favorisce la prevenzione e il monitoraggio delle situazioni di vulnerabilità.
L’attivazione del servizio avviene nell’ambito delle nuove strategie regionali di integrazione socio-sanitaria, che puntano sulla creazione di Case della Comunità e strumenti innovativi per la gestione delle fragilità.
Massimo Mazzieri, direttore dell’integrazione socio-sanitaria per l’AST Ancona, sottolinea l’importanza del Pua nel fare da punto di connessione tra le reti sanitarie e sociali del territorio: “Una struttura che è già operativa, tutte le mattine e con due rientri pomeridiani, e dove si può trovare un aiuto multidisciplinare.
Ci si reca allo sportello, viene analizzata la propria situazione, e si riceve una risposta che può essere sanitaria (per esempio, venire indirizzati verso un reparto specifico, o attivare un’unità operativa specialistica), sociale (attivare una procedura e arrivare fino in fondo) o socio-sanitaria, mettendo in campo tutti i saperi e i servizi che gli enti offrono.
Oggi sono sempre più importanti le cure a domicilio, ma cerchiamo di portare a domicilio anche le risposte, in una logica centrale per costruire le Case della Comunità, come quella che a Fabriano sorgerà in via Marconi, e che saranno i nuovi punti di riferimento per una tutela della salute a 360° gradi, dalla dimensione sanitaria a quella sociale, con la collaborazione tra servizi, Terzo Settore e Servizio Sanitario Nazionale. Una risposta anche all’evoluzione della società, per esempio ai bisogni di quegli anziani soli o di quelle famiglie senza reti di supporto che si trovano improvvisamente a non poter più gestire una situazione di fragilità”.
“Il punto cardine è la centralità della persona - spiega il presidente dell’Unione Montana Esino Frasassi, Giancarlo Sagramola - Una delle prime domande che ci colpiscono quando inizia l’iter di una richiesta, di una pratica, quando la Pubblica Amministrazione deve rispondere a un bisogno, è “Ma adesso con chi devo parlare?”.
Al Pua, ci sarà personale sanitario e un’assistente sociale formata, che nei momenti di difficoltà accoglieranno i bisogni delle persone.
Personale formato, che può indirizzare il vostro messaggio e accompagnarvi: ogni persona viene valutata come unica, il suo problema analizzato, e si ha un punto di riferimento, un volto, un contatto. E avere come riferimento una personale reale è importante, soprattutto per gli anziani e per chi magari all’improvviso si trova a confrontarsi con una situazione critica o un percorso sanitario inaspettato”.
Un nuovo modello di welfare territoriale
Il Pua non è solo uno sportello, ma un nuovo modello di presa in carico basato sulla valutazione multidimensionale dei bisogni del cittadino. Grazie all’integrazione tra Ambito Territoriale Sociale 10 e Distretto Sanitario di Fabriano – AST Ancona, la risposta sarà più tempestiva ed efficace, evitando la dispersione delle richieste.
Il lavoro di rete coinvolge medici di base, assistenti sociali, operatori sanitari, enti locali e realtà del terzo settore. Un sistema di governance pensato per rendere i servizi più vicini alle persone, con un focus particolare su anziani, persone con disabilità e soggetti fragili.
All’opera nello sportello Emanuela Serpicelli e Monica Zuccaro, di Ast Ancona, e le assistenti sociali Chiara Polverigiani e Marisa Tinti.
Lamberto Pellegrini, coordinatore dell’Ambito Territoriale Sociale 10, ricorda come “allo sportello, già operativo, possano accedere i cittadini dei Comuni di Cerreto d’Esi, Fabriano, Genga, Sassoferrato, Serra San Quirico, sulla base di un protocollo d’intesa firmato con il direttore dell’AST Ancona Giovanni Stroppa lo scorso 20 dicembre. Un protocollo ambizioso, anche per dare risposte alle tante forme di fragilità sul territorio, come gli oltre 1100 anziani soli”.
Si aggancia a queste considerazioni Maurizio Serafini, assessore alla Comunità del Comune di Fabriano, che ospita la struttura: “Fabriano è un territorio in difficoltà, con una popolazione sempre più anziana e un’incidenza disabilità superiore alla norma. Per un’area interna come la nostra, è un’importante e concreta risposta di attenzione, che avvicina le Istituzioni a ogni singola persona in difficoltà.
A fianco del Pua, il Centro Servizi Anziani, che in sinergia con l’integrazione socio-sanitaria prenderà in carico le esigenze degli ultra65enni, in particolare dei tanti che vivono soli. Allo sportello si affiancherà anche una ricerca con l’Università di Urbino, per comprendere al meglio le esigenze degli anziani e mirare gli interventi, come per esempio il trasporto sociale, sulla base dei bisogni”.
Dove e come accedere al servizio
Il Pua di Fabriano è attivo in Via Brodolini 107 e riceve tutti i giorni, dalle 8 alle 13 con due rientri pomeridiani, su appuntamento e a sportello.
È possibile accedere al servizio anche tramite segnalazione da parte del medico di famiglia, assistenti sociali o direttamente dal cittadino.