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L’AQUILA - Un fascio di luce si è alzato verso il cielo, da Palazzo Margherita, sede del Comune dell’Aquila, come ponte ideale tra la terra e chi non c’è più. E’ il gesto silenzioso e intenso con cui la città dell’Aquila ha aperto la serata della commemorazione delle 309 vittime del sisma del 6 aprile 2009.
Quella notte all’ospedale San Salvatore dell’Aquila, Milena Castellano è in travaglio. La giovane mamma ha avvertito le prime scosse del terremoto, ma aspetta fiduciosa che la sua bambina venga al mondo. Accanto a lei, il marito Enrico Corrado e il personale medico. Alle 3.32 la scossa devastante di magnitudo 5.8: le pareti tremano, pezzi di intonaco cadono. Istintivamente, Enrico protegge Milena col suo corpo. In quel caos, neanche cinque minuti dopo, viene alla luce Gabriella. Sarà la prima nata del 6 aprile.
La sua è una storia di speranza e a 16 anni esatti è stata proprio la voce di Gabriella a scandire i nomi delle 306 vittime, il tutto al termine della fiaccolata, partita dalla Casa dello studente, con in testa il sindaco Biondi, fino al Parco della memoria. Qui Carlo Cruciani, carabiniere che all’epoca si trovò a gestire il centralino del 112, ha acceso il braciere.
Due giorni fa anche la premier Giorgia Meloni ha reso omaggio alle tante vite spezzate deponendo una corona.
Alla fiaccolata commemorativa ha preso parte anche Sergio Bianchi, presidente dell’Associazione vittime universitarie del sisma), che 16 anni fa perse il figlio Nicola all’Aquila. "Sono tornato in una città che vedo rinascere - ha detto - come è giusto che sia e di questo sono contento. Il terremoto c’è stato il 6 aprile 2009 - sottolinea - ma il vero terremoto per noi è iniziato da quel momento. Ma la cosa più drammatica e dolorosa sono state le sentenze perché è stato come rivivere la tragedia ogni volta". "Sentirsi dire che tuo figlio è colpevole della propria morte è qualcosa che non si può accettare - ha concluso - L’ultima sentenza su via Campo di Fossa ha finalmente reso giustizia alle vittime escludendo ogni responsabilità da parte dei nostri ragazzi. Spero che la Cassazione faccia tesoro di questa decisione e dia la possibilità anche ai nostri figli e a tutte le altre vittime di avere giustizia".