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Condanna all’ergastolo per Leopoldo Wick. L’ex infermiere della Rsa di Offida è stato riconosciuto colpevole al termine del processo di appello bis celebrato davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Perugia, che ha confermato la sentenza di primo grado emessa il primo giugno del 2022 dalla Corte d’Assise di Macerata. I giudici umbri hanno accolto le richieste della Procura generale, ritenendo Wick responsabile di sette omicidi degli otto omicidi contestati inizialmente e di un tentato omicidio, anzichè quattro ipotizzati in sede di richiesta di rinvio a giudizio dalla Procura di Ascoli che aveva coordinato le indagini. Il procedimento era stato rinviato a Perugia dopo che la Cassazione aveva annullato la sentenza di assoluzione pronunciata in secondo grado dalla Corte d’assise d’Appello di Ancona. Secondo l’accusa, l’ex infermiere avrebbe somministrato dosi letali di farmaci a diversi ospiti della struttura sanitaria di Offida, provocandone la morte tra il 2017 e il 2018. Un quadro ritenuto dalla Procura generale chiaro e suffragato da elementi scientifici e testimonianze raccolte durante le indagini coordinate dalla Procura di Ascoli Piceno. Nel corso dell’udienza, la corte d’assise d’appello di Perugia ha ascoltato le arringhe difensive. Il professor Gianfranco Iadecola, legale dell’Asur Marche citata come responsabile civile, ha contestato la validità dei prelievi eseguiti sui pazienti deceduti, chiedendo di poter depositare una memoria aggiuntiva, istanza respinta per motivi procedurali. Successivamente, gli avvocati difensori di Wick, Tommaso Pietropaolo e Francesco Voltattorni, hanno ribadito l’innocenza del loro assistito e denunciato presunte violazioni del diritto di difesa. Dopo quattro ore di camera di consiglio, i giudici hanno pronunciato la condanna all’ergastolo, accogliendo le tesi del sostituto procuratore generale Luca Seneraro, che lo scorso giugno al termine della sua requisitoria aveva il carcere a vita per Wick. Infermiere che era presente in aula e ha ascoltato la lettura della sentenza in silenzio. «Non sappiamo le motivazioni ma stentiamo a crederci che i giudici abbiano confermato la sentenza di primo grado - dicono gli avvocati Pietropaolo e Voltattorni -. Non è giuridicamente possibile». Le motivazioni della sentenza saranno rese note entro novanta giorni, termine entro il quale i difensori dell’ex infermiere presenteranno ricorso in Cassazione.

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