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Un sopralluogo in uno yacht si sarebbe trasformato in una trappola sessuale per una geometra che ha denunciato di essere stata molestata da un collega. Il fatto è successo ad Ancona, in uno dei cantieri del porto, a marzo scorso. Indagato a piede libero, per violenza sessuale, un 57enne, originario del sud Italia ma residente nel capoluogo dorico, difeso dall’avvocato Marco Garulli del foro di Pesaro.

La vittima, che ha meno di 30 anni, è stata sentita dal Gip Carlo Masini con la formula dell’incidente probatorio e lei ha raccontato quanto avrebbe subito quel giorno. La giovane e l’indagato lavoravano insieme da pochi mesi e la presunta vittima conosceva appena quel collega molto più grande di lei. La ragazza aveva curato il progetto di uno yacht così era stato fatto un sopralluogo dentro l’imbarcazione commissionata da un armatore. All’interno della barca ci sarebbe stato l’approccio.

Stando alla denuncia della vittima, rappresentata dall’avvocato Raffaele Napolitano del foro di Ancona, il 57enne l’avrebbe spinta sul letto della cabina principale per poi tentare l’abuso. La donna sarebbe riuscita a divincolarsi e a fuggire. L’uomo l’avrebbe raggiunta, sollevata da terra e messa a sedere su un ripiano dell’imbarcazione per tentare nuovamente di abusarla. La geometra, gelata dalla paura, non sarebbe riuscita nemmeno a gridare. Anche dal secondo approccio sarebbe riuscita a divincolarsi uscendo dallo yacht e avvicinandosi ad un gruppo di operai del cantiere.

Lì avrebbe atteso che il 57enne se ne andasse, senza raccontare a nessuno cosa era accaduto. Tornata a casa però la giovane ha avuto un crollo e si è confidata con i familiari che l’hanno accompagnata in ospedale dove si è attivata la procedura per donne che subiscono violenze. La ragazza, sotto choc per l’accaduto, non è più tornata a lavorare nel cantiere. Le telecamere hanno ripreso i due entrare e uscire dallo yacht, ma non quanto accaduto all’interno e il 57enne nega i fatti. Un’esperienza ripercorsa in un’aula protetta del tribunale, con la vittima coperta da un paravento per evitare lo sguardo dell’indagato.

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