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La giornata di ricerche di Riccardo Branchini ha dato esito negativo. Il giovane di 22 anni di Acqualagna non è stato trovato nella diga del Furlo. Le ricerche, coordinate dai vigili del fuoco, hanno visto l’utilizzo di un sottomarino a comando remoto, e di un sonar di ultima generazione, strumenti messi a disposizione dal comando di Napoli. Questa apparecchiatura avanzata consente una sorta di “ecografia” dell’ambiente circostante, ed è stata impiegata nei pressi della diga e sulle aree limitrofe per individuare eventuali tracce del ragazzo o oggetti a lui riconducibili. E’ stato perlustrato con maggiore attenzione il cono più profondo e pericoloso della diga. Ma di lui, nessuna traccia. Hanno partecipato alle ricerche anche operatori specializzati provenienti da San Benedetto del Tronto. La prefettura di Pesaro-Urbino al momento non ha disposto ulteriori accertamenti. Sul luogo delle ricerche erano presenti anche il prefetto di Emanuela Saveria Greco, e il procuratore di Urbino, Claudio Rastrelli. La scomparsa del giovane è attualmente oggetto di un’indagine affidata alla Procura di Urbino. Ora per la famiglia si riaccende un barlume di speranza. Come gli esperti hanno assicurato agli stessi familiari di Riccardo, queste ispezioni hanno una garanzia di efficacia intorno al 90%. Resta da capire che cosa abbia fatto Riccardo in quelle due ore trascorse dal momento in cui è uscito di casa, poco dopo la mezzanotte del 13 ottobre. Fino alle 2,30, il custode della diga ha sentito il rumore di uno sportello dell’auto. Il percorso dall’abitazione di Riccardo fino al punto in cui è stata ritrovata la vettura del giovane con all’interno vestiti ed effetti personali, si compie in pochi minuti. Non ci sono telecamere di copertura della zona. La famiglia chiede a chiunque abbia notato in quelle due ore qualunque elemento utile alle indagini, di mettersi in contatto con loro.

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