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ANCONA - Ore 12,42. Sette miglia al largo del porto di Ancona. La storia (infinita) dell’ordigno trovato al porto antico lo scorso 20 gennaio ha finalmente avuto il suo epilogo. Il personale della Marina Militare ha fatto brillare la bomba, di fabbricazione americana con un peso di 240 kg e 128 kg di esplosivo, a circa 15 metri di profondità. L’ordigno è stato prelevato poco dopo le 8 dal luogo del ritrovamento, con tutte le cautele del caso, dopo le lunghe operazioni di disinnesco portate a termine dagli artificieri del Genio Ferrovieri dell’Esercito.

L’emergenza aveva fatto scattare, dalle prime ore di oggi, la zona rossa intorno alla zona di ritrovamento, con tanto di evacuazioni. Intorno all’ordigno era stata costruita una grossa camera di compensazione, che ha ridotto il raggio di rischio da 800 a poco più di 400 metri. Alle 10, dopo il completamento della fase di de-spolettamento, tutti sono rientrati nelle proprie abitazioni. La bomba è risultata parzialmente esplosa: 80 anni fa, quando venne lanciata da un aereo, detonò solo la spoletta posteriore. Quella anteriore no, e l’ordigno ha custodito fino ad oggi il 70% di tritolo con il relativo potenziale esplosivo.  

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