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Si fa serrato il dibattito sulle elezioni regionali di ottobre nelle Marche. A intervenire è l’on. Giorgio Fede, coordinatore regionale del M5S delle Marche: "Noi affrontiamo gli scenari futuri da forza progressista Indipendente ma con lealtà, rapportandoci con altre forze politiche, con l’obiettivo di offrire ai marchigiani un programma concreto. Partire da questo, e non dai nomi per il candidato presidente, è l’unico modo per ottenere la fiducia degli elettori".

Inoltre Fede ricorda che "sono stati pianificati degli incontri con le altre forze progressiste proprio per giungere ad un accordo di programma".

"Successivamente - spiega - si stabilirà quali forze faranno parte della coalizione, che dovranno essere disposte a sottoscrivere e rappresentare plasticamente gli obiettivi che la coalizione si porrà. Questo è il tempo delle proposte e non dei nomi - puntualizza - e questa fase deve essere raccontata correttamente da chi ha il diritto e il dovere di farlo. Solo alla fine si potrà parlare di nomi e di certo la figura scelta dovrà essere il garante di un programma. In merito a questo aspetto rassicuriamo gli animi: anche noi abbiamo delle proposte autorevoli, sia civiche che interne e al momento opportuno se ne parlerà. Oggi però - conclude - rimaniamo concentrati su come migliorare la vita dei cittadini marchigiani".

Prima di fare il punto sul tema elezioni, Fede sottolinea "la necessità che venga approvata la proposta di modifica alla legge elettorale regionale della consigliera pentastellata Marta Ruggeri e commenta anche la posizione del centrodestra, evidentemente favorevole: "Che la destra voglia velocizzare la discussione e l’approvazione della modifica proposta dal M5S ci lusinga ma a ben vedere - sottolinea Fede - ci dà anche un segnale molto chiaro su quanta paura ha la destra di perdere la poltrona. Fa bene Acquaroli ad avere premura di assicurarsi un posto, consapevole del rischio concreto di essere mandato a casa. E il fatto che voglia approvare la nostra modifica ci conferma la sua debolezza e le paure per le sue sorti, viste anche le uscite di alcuni esponenti dell’alleata Lega".

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